Perché le aziende stanno implementando lo smart working?
Ormai la diffusione dello smart working non viene più considerata contingente alla pandemia, ma realtà strutturale sempre più diffusa ed organica ad un nuovo modello organizzativo del mondo del lavoro. Già prima della pandemia si registrava una crescita di quasi il 20% dai 480.000 lavoratori agili del 2018 ai 570.000 del 2019. Ma perché sempre più lavoratori chiedono di lavorare da casa in modalità smart working? Ecco alcuni vantaggi:
- Flessibilità: a differenza del Telelavoro, lo smart working non impone limiti spazio-temporali. Di conseguenza ciascuno è libero di svolgere le proprie attività quando e dove meglio ritiene.
- Riduzione dei tempi e dei costi di trasporto: venendo meno la necessità di doversi recare in ufficio ogni giorno, lo smart worker ha la possibilità di sfruttare il tempo altrimenti impiegato nel tragitto in attività diverse. Inoltre, la possibilità di utilizzare meno l’automobile comporta una significativa diminuzione dello stress, oltre che meno emissioni inquinanti.
- Aumento della soddisfazione professionale: la responsabilizzazione nei confronti dei risultati da ottenere determina nel lavoratore agile una maggiore percezione della soddisfazione lavorativa per il lavoro svolto.
Tutti aspetti interessanti. Ma siamo adeguatamente organizzati per svolgere efficacemente il nostro lavoro da casa?
In un recente studio dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano solo il 12% dei lavoratori interpellati dichiara di disporre della struttura e dell’attrezzatura necessaria per lo smart working; per contro il 18% lavora già in remoto sebbene non sia adeguatamente organizzato, mentre un ulteriore 9% dichiara di volersi avvalere di questa modalità di lavoro e di aver deciso di dotarsi della tecnologia adeguata a svolgerlo.
Ma gli strumenti operativi strettamente indispensabili al lavoro remoto (connessione, pc ed attrezzature di supporto) sono solo il presupposto. Emerge sempre più la necessità di creare in casa le condizioni ottimali per far convivere ambiente lavorativo e domestico.
In particolare è indispensabile che:
- il lavoro si svolga in condizione ergonomiche ottimali, con la corretta collocazione di schermo, tastiera e seduta, prevedendo contestualmente l’alloggio di eventuali stampanti, cavi per la ricarica o gruppi di continuità.
- queste attrezzature possano coesistere con l’ambiente domestico (ancora meglio con la possibilità di nascondere cavi ed accessori), specialmente se non abbiamo la possibilità di una stanza da dedicare a studio.
- sia possibile creare uno spazio dedicato dove riporre la nostra documentazione e i nostri appunti evitando che finiscano dispersi per casa (specialmente in presenza di bambini)
Tutte queste necessità cominciano ora ad essere oggetto di studio nell’ambito dell’Interior Design : una prima convincente soluzione è rappresentata dalle postazioni Artidesk di Artema (www.artemastore.com).
La produzione, iniziata nel 2020 ed ormai ampliata a 4/5 modelli, è concepita per soddisfare le esigenze del lavoro remoto integrandosi nei diversi ambienti domestici in modo discreto. Questa gamma è la risposta che i degner di Artema hanno sviluppato per soddisfare un nuovo bisogno dovuto alle mutate esigenze di una società in continua evoluzione. Cosa ne pensate?