Flessibili e innovative: le postazioni di lavoro pensate per gli chi lavora da casa
Lo smart working o lavoro agile non è il telelavoro, e tanto meno quel lavoro da casa a cui si è forzatamente ricorso per effetto del lockdown. E’ invece un’organizzazione del lavoro fondata sulla “restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”. Lo smart working, di conseguenza, si fonda su quattro pilastri: “revisione della cultura organizzativa, flessibilità rispetto a orari e luoghi di lavoro, dotazione tecnologica e spazi fisici” (cit. vedi nota).
"Non è solo una moda, ma un cambiamento che risponde alle esigenze delle persone, delle organizzazioni e della società nel suo complesso, e come tale è un fenomeno inarrestabile” (Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano).
Lo spazio fisico alternativo all’ufficio è, soprattutto, casa. E’ il luogo in cui viviamo, condividiamo i nostri affetti e la nostra intimità. Il primo luogo in cui cerchiamo lo svago e il riposo. Ma la maggior parte delle nostre case non sono state progettate per contenere uno spazio fisico destinato in modo continuativo al lavoro e alla creatività. Si apre quindi un problema di non poco conto: contemperare una nuova esigenza all’interno di un contenitore spesso troppo ristretto per soddisfare già tutte le esigenze domestiche.
Di converso, il lavoro in casa deve essere organizzato, circoscritto ad uno spazio funzionale e confortevole nel rispetto del principio che per lavorare meglio ed essere produttivi bisogna “stare bene”.
La parola chiave quindi per reinventare gli spazi integrando in modo positivo anche la prospettiva del lavoro a casa non può che essere “flessibilità”.
Flessibilità non significa ovviamente precarietà. Significa invece curare con attenzione tutti gli aspetti organizzativi della propria postazione di lavoro, facendo attenzione al comfort, alla corretta ergonomia, alla qualità della luce e dell’aria, pur nell’ottica di una condivisione e interazione intelligente con il resto dello spazio domestico.
Questa è stata la visione che abbiamo sposato quando abbiamo pensato alle nostre postazioni di lavoro per lo smart working. Non a caso, la parola flessibilità è stata quella più utilizzata durante tutto il periodo della progettazione e nella fase di creazione dei primi prototipi. Volevamo che le nostre postazioni fossero trasformabili, proprio alla ricerca di quella flessibilità indispensabile soprattutto nei piccoli spazi. Volevamo che i nostri clienti, utilizzata quella stanza o quell’angolo di casa per il lavoro, avessero l’opportunità di richiudere il mobile e nascondere gli strumenti di lavoro, restituendo quello spazio all’ordinario uso domestico. Volevamo che le nostre postazioni fossero in grado di ospitare tutti gli strumenti di lavoro: un PC desktop con il proprio case, un monitor e persino una stampante di generose dimensioni. Volevamo che le postazioni fossero comode e rispettassero i principi cardine dell’ergonomia. Che avessero un tocco “green”, con il posizionamento di una pianta proprio accanto al monitor.
Infine, compito ancora più arduo, volevamo che le nostre postazioni da chiuse si integrassero con lo stile della casa, tanto da sembrare “altro”: un mobile contenitore o una consolle.
Postazione PC Artidesk Roll in posizione aperta, che ruota attorno a se stessa di 180°.
Ci siamo resi conto che, seguendo queste linee conduttrici, siamo arrivati ad inventare in realtà un oggetto “nuovo”: una postazione di lavoro trasformabile destinata principalmente ad una categoria precisa di lavoratori, gli smart workers. Un oggetto che è un ibrido a metà strada tra un arredo domestico e un arredo per ufficio, capace di integrare più funzioni simultaneamente. Ci siamo riusciti grazie alla nostra versatilità aziendale e soprattutto perché, da progettisti e al contempo produttori, abbiamo la possibilità di sviluppare prototipi, cambiando, modificando e trovando strade sempre nuove e alternative.
Prime proiezioni dell'Artidesk Drawer, scrivania/consolle presentata ai primi di settembre 2020.
Abbiamo ancora diversi progetti nel cassetto, altre idee che seguono la stessa ispirazione. Sono progetti che richiederanno tempo e lavoro. Ma forse questo è proprio quello che ci affascina di più: trovare nuove soluzioni alle nuove sfide che si presentano.
Nota: citazioni tratte dal Report "Smart Working davvero: la flessibilità non basta" - Ottobre 2019 - condotto dall'Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano.